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Abbate: “Da Madonna gesto pop non rivoluzionario. Ma se lo avesse fatto a Domenica In…”

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abbate 4“Quello di Madonna è un gesto da videoclip, che rientra in una dimensione pop. Non ci vedo nulla di estremo o rivoluzionario, è solo che in Francia hanno un’altra idea del pudore”. Per lo scrittore Fulvio Abbate, Madonna e Luz che mimano la masturbazione in diretta non fanno certo scandalo. E sulla polemica dell’artista con il Front national, dichiara: “Io sono contro alla proibizione dei simboli fascisti, ma personalmente aderisco a una cultura antifascista”.

Abbate, che impressione le ha fatto Madonna che finge di masturbarsi alla tv francese?

«La televisione francese si può permettere anche questo. È già molto rispetto all’angustia della televisione italiana dove ciò sarebbe inammissibile. Madonna, che è eroina pop per i diritti civili, ovviamente non può non schierarsi accanto al sopravvissuto della redazione di Charlie Hebdo».

Ma secondo lei non c’è una pesante cappa di conformismo sopra a tutto ciò?

«In realtà non è altro che un gesto da videoclip, che rientra in una dimensione pop».

Nulla di trasgressivo o rivoluzionario, quindi?

«No, non ci vedo nulla di estremo o rivoluzionario. Certo, se quel gesto fosse stato fatto in un contesto culturale piccolo-borghese… Pensiamo a Madonna che fa il verso all’autoerotismo a Domenica In. Ci sarebbe tutto un dibattito sull’oscenità. Non c’è niente da fare, i francesi hanno un’altra idea del pudore. Se sfogliamo le vecchie copie di Charlie Hebdo troviamo foto di Wolinski con il membro di fuori. Queste cose ci sono già da sempre, non è un caso che le migliori forme dello striptease siano nate in Francia».

Madonna e Charlie Hebdo si incontrano anche sulla denuncia del Front national…

«Charlie Hebdo si rifà a una tradizione goscista che non può che confliggere con tutta la storia della destra francese, dalle Croix de feu al pojadismo, fino al Front national di Le Pen padre e quello remix di oggi. Anche in Italia la sinistra negli anni ’70 chedeva lo scioglimento del Msi. È un atteggiamento che non deve stupire. Oggi comunque tutto questo non esiste, non credo che qualcuno immagini di sciogliere il Front national. Ma lì i principi dell’antifascismo sono intoccabili, senza l’ambiguità che c’è da noi. Anche a destra gollista è antifascista. Nel film La battaglia di Algeri, l’ufficiale torturatore degli algerini si vanta di aver combattuto contro i nazisti».

Alla fine, però, si rischia di avere una libertà che permette di masturbarsi in diretta tv ma non di esprimere alcune opinioni sgradite. Non a caso questa radicata coscienza antifascista ha portato la Francia a varare leggi sulla libertà d’espressione molto più severe delle nostre. Non è una contraddizione?

«Se è per questo in Germania non si può mostrare in pubblico una svastica… Ora, la questione è duplice. Io non credo che proibire i simboli risolva il problema dell’insorgenza di una destra xenofoba e razzista. Non mi scorderò mai di quando negli anni ’70 il Fronte della Gioventù picchettava i cinema in cui davano Jesus Christ Superstar, ritenendolo un film blasfemo. Si tratta di un ritardo culturale terrificante, inemendabile… Detto questo, personalmente mi sento di aderire a una cultura antifascista perché così come contesto le derive autoritarie della sinistra, allo stesso modo non posso non essere antifascista».


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